Facciamo chiarezza: la “bistecca” generalizza troppo un taglio di carne. Comunemente per bistecca la maggior parte delle persone intende la costata, quindi osso laterale curvo, in una lombo, metà schiena dell’animale, ci sono 7-8 costole. E’ qui che ricaviamo le costate, quindi un lombo diviso a metà ci offre le costate da una parte e le t-bone dall’altra. Le costate sono verso il collo dell’animale, mentre le t-bone verso la coda. All’estremità di questa sezione c’è la testa del filetto, che man mano che si avvicina alla costata si assottiglia. Il filetto è diviso dal controfiletto, da un osso sottile che attaccato alla colonna vertebrale forma la T. Le primissime 2-3 t-bone sono le classiche “Fiorentine” , quattro dita, con grande porzione di filetto, negli USA si chiamano “porterhouse”. Nella parte opposta abbiamo le costate più marezzate. Una libidine al palato, se si disossano le prime 4-5 costole e si toglie la “copertina” si ottiene la ribeye, ”l’occhio della bistecca” e qui non ce n’è per nessuno: grassosa, morbida, succulenta, avete l’acquolina?