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A pochi giorni dalla riapertura, il nostro primo approccio con un locale che sorprende per eleganza e contemporaneità. 

Varcata la soglia del nuovo Seu, ci si accorge sin da subito che il locale ora si innalza allo stesso livello dei riconoscimenti assegnatigli. Stile, comfort ed eleganza contraddistinguono la sala. Varie sezioni ricordano addirittura le migliori ambientazioni firmate David Lynch (e non solo per le tende rosse!).  

Pier Daniele osserva attentamente la sala e Valeria Zuppardo, sua moglie, è alla ricerca continua di preziosi feedback da parte della clientela. Il livello del rumore rimane fedele a quello di una pizzeria, ma con eleganza indiscussa. Non era certo intenzione dei proprietari creare un ambiente soffuso, bensì evolverlo su standard contemporanei in linea con le idee messe nel piatto.  

Il menù: tra percorsi e certezze

La nuova proposta di Seu si allinea alla trasformazione subìta dal locale. Spiccano i tre percorsi degustazione da cinque, da sei e da otto portate (rispettivamente a 30€, 40€ e 60€, con l’aggiunta opzionale di 5€ per il dessert). A queste offerte  si somma quella del pairing dei vini da tre e cinque calici (20€ e 35€). Molto ricca anche la sezione spirits, con la possibilità di richiederli per cockatils miscelati.

À la carte, i fritti variano dai 4€ del classico “Seuppli” agli 8€ del vitello tonnato in crosta. Seguono poi i tranci in pala alla romana e non manca qualche soluzione al piatto, per chi proprio non vuole mangiare la pizza.

La proposta delle pizze si suddivide in “Pizze Seu”, con elementi e topping contemporanei in una fascia di prezzo sui 15-20€ e “Classicismi”, contrassegnati da un’offerta più immediata.

Un impasto che merita l’olimpo

Tra gli elementi su cui si è basata la campagna di lancio del nuovo format, la prova d’assaggio richiama soprattutto rigore e sperimentazione.

L’impasto della pizza di Seu, ora cotta al forno elettrico, resta meritevole di elogi e riconoscimenti. La leggerezza del cornicione invoglia il cliente a tornare, mentre sui topping c’è la sensazione che a volte serva più carattere. Non sembrano infatti voler essere olii o componenti grasse i protagonisti delle loro ricette, ma questo può rientrare nella filosofia del percorso intrapreso. La ricerca sulle ricette è costante e silenziosa.

Gli assaggi: una sfera ci ha sorpreso! La più iconica delle pizze vince ancora

Nota di merito per la sfera scarola e patate, che ci ha dato la sensazione di essere la vera protagonista nella proposta dei fritti. Al morso, l’assemblaggio tra panatura e ripieno sembrava perfetto, con olive e pomodoro arrosto che offrivano una piacevole persistenza sapida al palato.

Tra le pizze, abbiamo provato “L’assoluto di cavolo nero” dove l’ortaggio domina in tante consistenze e “Valeria da nonna”, che ci fa viaggiare in ricordi d’infanzia tra polpette al sugo e formaggio (qualche proteina animale in più non avrebbe guastato, ma forse c’è un food cost da rispettare).

Arriva poi “La mia margherita”: qui profumi, carattere e presentazione fanno di questo prodotto ancora oggi un must tra le proposte di Pier Daniele Seu. In questa pizza, contemporaneità e tradizione formano una solida alchimia per la sua minuziosa cura dei dettagli.    

Servizio, carta dei vini, cocktail e dessert: tutto al passo della trasformazione

La carta dei vini richiama visione ed evoluzione. Le etichette sono ben pensate ed i prezzi, almeno per il momento, molto lontani dai ricarichi più severi. La lista dei cocktail, la cui esecuzione si consuma di fronte a quasi tutta la sala, invoglia a provare qualcosa di nuovo.

La proposta dei dolci si limita a poche offerte. Dai classici come il Tiramiseu ed il Plumcake vegano, fino ai due spicchi di pizza dolce che si esplicano nella torta della nonna ed il babà (questo con la giusta consistenza, ma meritevole di più temperamento).

Il servizio è giovane, attento e già standardizzato sui livelli dell’alta ristorazione. Chi serve non rappresenta un intruso, piuttosto un collante perfetto tra la tavola e la cucina. 

Le nostre conclusioni

La scelta alla carta per noi ha rappresentato un primo approccio verso il mondo del nuovo Seu (oggi non più Illuminati), per comprenderne parte dei passi evolutivi compiuti finora. Abbiamo scelto di metterci in mezzo a tradizione e contemporaneità, prima di affrontare un percorso più profondo e sperimentale.

Nel complesso, abbiamo percepito che la trasformazione all’interno del locale, aldilà dell’estetica, sia ancora in corso. La sensazione è quella che siano effettivamente trascorsi pochi attimi dal primo giorno di scuola e che la grande macchina sia stata soltanto avviata.

Noi testeremo ancora la trasformazione, stimolati ed incuriositi dalla nuova atmosfera che si respira da Seu. C’è la speranza che presto arrivi quel graffio in più che servirebbe in qualche composizione, anche perché senza dubbio è nelle corde di chi, tra loro, sicuramente ci leggerà.  

Info Seu

Via Angelo Bargoni, 10 – 18, 00153 Roma RM

Aperto a cena dalle 19 alle 24, il sabato anche dalle 12 alle 15:30. Chiuso il Martedì ed il Mercoledì.     

Tel. 06 5883384

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